La stagione 2025 della MotoGP è arrivata in Europa con tutto il fascino e l’intensità che i tifosi bramano, e il Gran Premio di Spagna a Jerez non fa eccezione. L’iconico Circuito de Jerez – Angel Nieto, baciato dal sole andaluso, non è solo un campo di battaglia per i piloti, ma anche il palcoscenico di una controversia in fermento che sta facendo vibrare il paddock. Al centro di tutto c’è Marc Marquez del Ducati Lenovo Team, l’otto volte campione del mondo il cui inizio di stagione strepitoso ha destato perplessità e sospetti. La Federazione Internazionale di Motociclismo (FIM) ha avviato un’indagine sulle modifiche tecniche apportate alla Desmosedici GP25 di Marquez, gettando Ducati sotto i riflettori e accendendo dibattiti su correttezza, innovazione e il sottile confine tra genialità e violazione delle regole in MotoGP.
Marquez, la “Formica di Cervera”, è stato a dir poco sensazionale nel 2025. Dopo un trionfale 2024 con Gresini Racing, dove ha portato una GP23 di un anno alla vittoria di tre Gran Premi, il suo passaggio al team ufficiale Ducati è stata una dichiarazione d’intenti. In coppia con il due volte campione Francesco “Pecco” Bagnaia, Marquez ha dato il massimo, vincendo tre dei primi quattro Gran Premi e tutte e quattro le sprint, e guidando il campionato con 17 punti di vantaggio. La sua vittoria nel GP del Qatar, un capolavoro di strategia e ritmo, lo ha visto superare in astuzia Bagnaia e Maverick Viñales, con l’amministratore delegato Ducati Gigi Dall’Igna che sorrideva compiaciuto dopo la gara. Ma è il dominio di Marquez a Jerez, dove ha dominato le sessioni di prove libere con un ritmo descritto come “ultraterreno”, che ha fatto gridare allo scandalo i team rivali. Le voci su modifiche tecniche illegali hanno dato origine a un’indagine ufficiale della FIM, e la posta in gioco non potrebbe essere più alta.
L’inchiesta si concentra su una serie di aggiornamenti alla GP25 di Marquez, in particolare una nuova configurazione del forcellone e miglioramenti aerodinamici. Le rigide norme di omologazione della MotoGP impongono ai team di definire i componenti chiave, come il motore e il pacchetto aerodinamico, prima dell’inizio della stagione, con limitate modifiche consentite a metà stagione. I rivali sostengono che le modifiche apportate da Ducati, adattate allo stile di guida aggressivo di Marquez, superino i limiti di questi regolamenti. La capacità dello spagnolo di incidere le curve strette di Jerez con una precisione ineguagliabile ha alimentato le speculazioni secondo cui l’assetto della sua moto offra un vantaggio ingiusto. “La moto sembra un’estensione di me”, ha detto Marquez dopo le prove libere di venerdì, un commento che, sebbene innocente, ha solo alimentato la polemica. Nel frattempo, Bagnaia, in coda in classifica, rimane diplomatico: “Stiamo tutti spingendo i limiti; è ciò che rende grande Ducati”.
Ducati non è estranea alle controversie. Nel 2019, la sua ala posteriore ha scatenato un acceso dibattito, poi dichiarato legale dopo un lungo appello. Questa volta, l’attenzione si concentra sulla conformità della sua “magia” tecnica con Marquez allo spirito del regolamento. La GP25, soprannominata “GP24.5” da Marquez per via delle specifiche del motore ibrido, è stata oggetto di contesa fin dai test pre-stagionali. Dopo che i test di Buriram hanno rivelato debolezze nel motore 2025, Ducati ha optato per la collaudata specifica 2024, una decisione approvata da Marquez e Bagnaia. Ma i commissari tecnici della FIM stanno ora valutando se ulteriori modifiche, possibilmente al forcellone o all’aerodinamica, violino i protocolli di omologazione. Una sentenza contro Ducati potrebbe costringere Marquez a tornare a un assetto precedente, ostacolando la sua corsa al titolo e offrendo a rivali come Jorge Martin dell’Aprilia o Maverick Viñales della KTM un’occasione d’oro.
Il paddock è un calderone di tensione. I team rivali, frustrati dal dominio della Ducati – cinque dei primi sei in Qatar erano Ducati – vedono questa come un’opportunità per limitare il dominio della casa italiana. Eppure, i difensori di Ducati sostengono che la loro innovazione sia ciò che rende la MotoGP così emozionante. “Questo è uno sport che spinge i limiti oltre ogni limite”, ha detto un ingegnere Ducati, parlando in forma anonima. “Marquez è un genio e gli stiamo dando gli strumenti per brillare”. I fan, nel frattempo, sono divisi. I social media sono infiammati di dibattiti: alcuni elogiano la rinascita di Marquez come un trionfo di talento, altri accusano Ducati di aver violato le regole per favorire il loro acquisto stellare.
Mentre il GP di Spagna prosegue, tutti gli occhi sono puntati sul verdetto della FIM. Un via libera consoliderebbe la reputazione di Ducati come pionieri della tecnologia in MotoGP e rafforzerebbe la corsa di Marquez al nono titolo mondiale. Una penalità, tuttavia, potrebbe rimodellare il campionato, costringendo Ducati a ricalibrarsi sotto pressione. Marquez, che non è estraneo al caos, prospera in questi momenti. La sua brillantezza tattica, vista ad Austin, dove ha orchestrato una partenza caotica solo per poi cadere, sottolinea la sua capacità di dettare la narrazione. Jerez è più di una gara; è un crogiolo in cui orgoglio, potenza e precisione si scontrano.
Le conseguenze di questa indagine riecheggeranno oltre la Spagna. In una stagione già segnata dalla rivincita di Marquez, la scommessa di Ducati sullo spagnolo è sotto la lente d’ingrandimento. Che si vinca o si perda, una cosa è certa: il Gran Premio di Spagna 2025 della MotoGP è uno spettacolo di velocità e strategia, con Marc Marquez e la Ducati al centro della scena.