ROMA – 6 Giugno 2025 – Con una decisione che sta già facendo discutere l’intero mondo sportivo, la Federazione Internazionale di Tennis (ITF) ha annunciato l’introduzione obbligatoria dei test di verifica del genere per tutti gli atleti professionisti. La notizia ha avuto un impatto mediatico clamoroso, soprattutto dopo la dichiarazione ufficiale della tennista italiana Sara Errani, che ha ammesso pubblicamente di essere momentaneamente esclusa dalle competizioni femminili
Secondo quanto comunicato dalla ITF in una conferenza stampa straordinaria, l’introduzione dei test sarebbe motivata dal desiderio di “garantire equità e trasparenza nelle competizioni sportive di alto livello”. La decisione, tuttavia, ha già scatenato polemiche tra atleti, associazioni LGBTQIA+ e opinione pubblica, che vedono nella nuova misura un pericoloso precedente.
“Non si tratta solo di sport – ha dichiarato un attivista per i diritti civili – ma della libertà e dell’identità delle persone. Questo tipo di test può diventare uno strumento di discriminazione se non applicato con estrema cautela e rispetto per la dignità umana.”
Sara Errani, 38 anni, ex finalista del Roland Garros e volto noto del tennis italiano, è finita sotto i riflettori dopo essere stata coinvolta – secondo fonti non confermate – in uno scandalo mediatico legato alla sua omosessualità dichiarata. La giocatrice ha rilasciato un comunicato nel quale afferma:
“Sono profondamente delusa e ferita. Non pensavo che la mia vita personale potesse avere un impatto tale sulla mia carriera sportiva. Sono pronta a collaborare ma rifiuto qualsiasi insinuazione che metta in discussione la mia identità di donna.”
La sospensione non è definitiva, ma temporanea, come confermato dall’ITF: Errani potrà tornare a gareggiare una volta terminato l’iter previsto, ma il clamore attorno alla vicenda ha già sollevato un dibattito globale.
Il mondo del tennis è diviso. Alcuni giocatori, come l’americana Madison Keys, hanno espresso solidarietà a Errani, definendo “inaccettabile” il collegamento tra orientamento sessuale e verifica del genere. Altri, invece, sostengono la necessità di norme chiare per evitare “vantaggi biologici” nei tornei femminili.
La ITF ha annunciato che nei prossimi mesi saranno pubblicati i criteri scientifici e procedurali che regoleranno i test, ma molti osservatori temono che il danno d’immagine sia già stato fatto.
Il rischio, secondo diversi esperti di diritto sportivo, è che questa misura possa aprire la strada a controlli arbitrari e discriminatori, trasformando il mondo dello sport in un campo minato per le minoranze. Il caso Errani potrebbe diventare emblematico per definire i limiti tra diritto alla privacy, identità di genere e regolamenti sportivi.
